Il locus amoenus è una caratteristica fondamentale di tutta la letteratura europea; compare già nelle prime opere greche e mantiene, nonostante i circa ventisei secoli della letteratura europea, gli stessi elementi di base.
Le condizioni necessarie affinchè un luogo descritto possa essere definito un paesaggio ideale sono:
"Melian era una Maia della stirpe dei Valar. Dimorava nei giardini di Lorien e tra la sua gente nessuno era più bello di Melian, nè di lei più saggio, nè più abile in fatto di incantesimi. Si narra che i Valar abbandonavano le proprie opere, e gli uccelli di Valinor i loro spassi, che le campane di Valmar tacevano e le fonti cessavano di dar acqua, quando, al mescolarsi delle luci, Melian intonava in Lorien i suoi canti. Usignoli sempre l'accompagnavano, ai quali essa insegnava a cantare; e Melian amava le ombre profonde dei grandi alberi. Prima che il Mondo fosse fatto, era apparentata con Yavanna stessa; e al tempo in cui i Quendi si destarono accanto alle acque di Cuivienen, Melian se ne andò da Valinor per recarsi nelle Terre di Qua, e ne riempì il silenzio che regnava sulla Terra-di-Mezzo prima dell'alba con la sua voce e quella dei suoi uccelli." (Silm. pg.62)
Sarà proprio in in locus amoenus che Beren vedrà per la prima volta Luthien danzare, rimanendo abbagliato da una tale bellezza:
"Aggirandosi d'estate nei boschi di Neldoreth, si imbattè in Luthien, figlia di Thingol e Melian, ed era sera, nel momento in cui la luna saliva in cielo, e Luthien danzava sull'erba sempre verde nelle radure lungo le rive dell'Esgalduin. Ed ecco il ricordo di tutte le sue sofferenze abbandonò Beren, ed egli cadde in preda ad un incantesimo, poichè Luthien era la più bella di tutti i figli di Iluvatar. Azzurro era il suo abito come il cielo senza nubi, ma grigi i suoi occhi come la sera stellata; il suo mantello era contesto di fiori dorati, ma i capelli erano scuri come le ombre del crepuscolo. Simili alla luce che resta sulle foglie degli alberi, alla voce di acque chiare, alle stelle che stanno sopra le brume del mondo, tali erano il suo splendore e la sua grazia; e il suo volto era luminoso.
Ma Luthien scomparve alla vista di Beren, il quale divenne sordo come chi sia in preda d'incantesimo, e a lungo s'aggirò per i boschi, selvaggio e vigile come una belva, cercandola. In cuor suo la chiamava Tinuviel, che significa Usignolo, come vien detta nella lingua degli Elfi Grigi questa figlia del crepuscolo, perchè non sapeva quale altro nome darle. E la scorgeva lontano come foglia ai venti d'autunno e, d'inverno, una stella sopra un colle, ma una catena gli gravava le membra.
Vi fu un momento, poco prima dell'alba, la vigilia di Primavera, che Luthien danzava sopra un verde colle; e d'un tratto prese a cantare. Acuto tanto da trapassare il cuore era il suo canto, simile a quello dell'allodola che si leva dalle porte della notte e riversa la propria voce tra le stelle morenti, lei che scorge il sole dietro le mura del mondo; e il canto di Luthien sciolse i vincoli dell'inverno, e le acque gelate parlarono e i fiori balzarono su dalla fredda terra là dove si erano posati i suoi piedi.
Allora Beren fu liberato dall'incantesimo del silenzio, ed egli la chiamò, invocando Tinuviel; e i boschi eccheggiarono del nome. Luthien si arrestò meravigliata e più non fuggì, e Beren venne a lei." (Silm. pg.204)
Ne Il Signore degli Anelli Tolkien si sofferma più volte nella descrizione di Lothlorien, dimora degli Elfi, sulla bellezza dei luoghi, suggerendo che una tale Natura è solo messa a disposizione di queste creature "magiche" mentre gli Uomini e gli Hobbit vivono un rapporto molto più estraneo con la Natura.
Gli Hobbit, legati più degli Uomini alla terra ed ai suoi frutti, sono fondamentalmente coltivatori, quindi modificano la Natura loro circostante per i propri scopi.
E' da sottolineare che Galadriel, la Regina degli Elfi, dona a Sam, quando questi si congeda da Lothlorien, una scatoletta contenente la terra del suo frutteto e pronuncia queste parole:
"La scatola contiene la terra del mio frutteto, ed ogni benedizione che Galadriel ha ancora in potere di impartire. Non ti aiuterà a percorrere con costanza la giusta via, nè ti difenderà contro le insidie; ma se tu la conservi, ed un giorno ritorni infine alla tua casa, allora forse sarai ricompensato. Anche se trovassi tutto spoglio e abbandonato, quando avrai sparso in terra il contenuto della scatola, pochi giardini fioriranno come il tuo nella Terra di Mezzo. Quel giorno forse ti ricorderai di Galadriel, ed ai tuoi occhi apparirà una lontana visione di Lorien, che tu hai veduto solo nel nostro inverno. Per noi primavera ed estate sono passate, e su questa terra rivivranno soltanto nel ricordo." (S.d.A. pg.465)
Per concludere si può quindi sottolineare la conoscenza di Tolkien della letteratura europea e la sua capacità di riprenderne i temi, garantendo però sempre una modernità e la presenza di elementi innovativi (la Natura è creata non dagli dei "canonici" grechi, romani o dal Dio cristiano e gli Elfi ne sono i "custodi") che permettono al lettore moderno di non annoiarsi anche di fronte ad una ricca e dettagliata descrizione della Natura.