Il
Gran Sasso d'Italia non è solo la vetta più alta degli
Appennini. È la montagna dei paesaggi più amati, la montagna
dei poeti, la "bella” che si addormenta nei tramonti di
fuoco e che segna gli inconfondibili orizzonti delle terre
adriatiche. Per le sue straordinarie
valenze naturali il Gran Sasso è Parco Nazionale dal 1991,
sulle sue pendici trovano sede tanti paesi che dalle
potenzialità di uno sviluppo sostenibile si aspettano una
rinascita culturale, sociale ed economica.
Ma il Gran Sasso è
innanzitutto vita: non solo per la grande varietà di flora e di
fauna che ospita e che ne fa uno scrigno prezioso di
biodiversità, ma soprattutto per la ricchezza delle sue acque
leggerissime, che custodisce nelle profondità e con cui
alimenta un'infinità di sorgenti, fiumi, ruscelli e acquedotti,
assicurando l'elemento base alla bellezza e alla vita dei suoi
"ospiti" vegetali, animali e umani.
Il Gran Sasso è anche
sede dei laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
(INFN), ricavati nelle viscere calcaree del massiccio, a lato
dalle gallerie autostradali che hanno violato la sua roccia, ne
hanno aperto le cavità più segrete, ne hanno devastato le
risorse idriche, provocando l'abbassamento della falda di oltre
600 metri, con l'essiccamento delle sorgenti e la compromissione
del suo delicato equilibrio geologico. Il tutto con un tragico
tributo umano: la vita di un operaio per ogni chilometro di
tunnel realizzato!
Nuovi scavi causerebbero
la perdita di ulteriore preziosa acqua, oltre ad un inquinamento
della falda causato dai lavori che persisteranno per molti anni
a venire. Nonostante questi rischi siano stati documentati e
denunciati dai geologi italiani più avveduti, si continua oggi
a pretendere lo scavo di una terza galleria e di due nuove sale
per i laboratori dell’INFN.
Siamo convinti della
possibilità di migliorare la sicurezza dei laboratori e
valorizzare la ricerca scientifica senza violare ulteriormente
il Gran Sasso e la sua gente, diciamo NO al terzo traforo e
alle nuove sale in sotterraneo, consci che realizzare la
terza galleria e altre caverne artificiali significherebbe
accettare un rischio irresponsabile di ulteriore squilibrio
idrogeologico, contrapponendo, ancora una volta, i "lavori
pubblici" alla salvaguardia del territorio, ai diritti e
alle speranze di riscatto economico e sociale delle popolazioni.
Pertanto ci impegniamo a
difendere il Gran Sasso e chiediamo che sia approvata una nuova
legge che vieti definitivamente le devastanti opere previste
garantendo al contempo una migliorata sicurezza dei laboratori
INFN, il risanamento ambientale, il recupero dei centri storici
e la nascita di un istituto per la ricerca scientifica,
geologica, sismica e climatica.