L’applicazione dei vincoli paesaggistici in Veneto.

            Il WWF Veneto negli ultimi due anni ha affrontato la problematica relativa all’applicazione dei vincoli paesaggistici in Veneto. La Regione Veneto ha scelto infatti di non ratificare molte delle proposte di vincolo paesaggistico deliberate nel recente passato dalle competenti commissioni provinciali in base alla legge 1497 del 1939 e che interessano aree tra le più significative dal punto di vista naturalistico-ambientale oltreché paesistico del territorio regionale.

            La mancata ratifica dei vincoli stabiliti in applicazione della legge statale del 1939 che, va ricordato, tutela precisi ambiti territoriali di “non comune” interesse, è avvenuta sul presupposto di un'apposita e tuttora vigente Deliberazione di Giunta Regionale (7 aprile 1998 n. 1164 “Criteri per l’individuazione e l’approvazione degli elenchi di cui all’art. 2 della L. 29.6.1939 n.1497”) che considera le “bellezze d’insieme” già salvaguardate da provvedimenti regionali (ad esempio con piani d’area) o preservate “ope legis” dalla legge 431/85 “Galasso”, come già sufficientemente tutelate, tanto che l’apposizione del vincolo statale viene considerata dalla Regione Veneto come una “pleonastica” reiterazione.

            Il WWF ha ingaggiato una lunga battaglia per rimarcare l’effettiva portata del “vincolo paesaggistico” deliberato ai sensi della legge 1497/39. Con questo tipo di vincolo infatti, si riconosce che in particolari ambiti della nostra realtà territoriale, espressamente tutelati per il loro “non comune” interesse, qualsiasi modificazione dei luoghi sia essa prevista o no da un piano d’area, deve essere sottoposta ad un esame. Esame che, pur discrezionale, presuppone comunque una valutazione filtrata dalla particolare formazione culturale ed esperienza specifica dei funzionari preposti. Un controllo qualitativo, ove anche il riesame da parte del Ministero dei Beni Culturali tramite le sue strutture territoriali (Soprintendenze), lungi dall’essere considerato una complicazioni burocratica o un doppione inutile, si giustifica con l’esigenza di accertare che le autorizzazioni rilasciate non siano di portata tale da equivalere in pratica all’abrogazione stessa del vincolo.

            Con la scelta politica compiuta dalla Regione Veneto porzioni significative di territorio regionale, su cui le commissioni provinciali delegate a promuovere le proposte di vincolo avevano in molti casi compiuto lavori di studio significativi per valorizzarne la tutela e la salvaguardia, rischiano di tornare a essere sottoposte a generiche prescrizioni vincolistiche. Perché la differenza tra il vincolo ex lege 431/85 (“Galasso”) e quello ex lege 1497/39 sta proprio nella genericità della tutela. La legge Galasso infatti si limita a imporre una tutela generica per determinate categorie di ambienti mentre il vincolo in base alla legge 1497/39 specifica puntualmente l’oggetto della tutela.

            Il WWF Veneto ha su questo versante sino ad ora ottenuto risultati significativi, grazie anche a specifiche iniziative parlamentari. L’Ufficio Centrale per i Beni Ambientali e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali il 19/4/1999 ha emanato una circolare in cui impegna le Soprintendenze, qualora gli Organi Regionali non approvino proposte di vincolo nonostante la pregevole valenza del bene o della località, a predisporre tutti gli atti idonei ad attivare il procedimento di vincolo in virtù della potestà concorrenziale prevista dall’art. 82 del D.P.R  24/7/1977, n. 616.

            Si tratta di un provvedimento importante, in grado di poter finalmente garantire la tutela di una serie di ambiti territoriali regionali di accertato pregio.       Va però precisato che in Veneto la gestione complessiva dei beni paesaggistico-ambientali è estremamente lacunosa. La Legge Regionale n° 63 del 1994 ne ha praticamente delegato ai Comuni la sua gestione. Quando sono previsti progetti che ricadono in zone vincolate, le commissioni edilizie comunali vengono integrate da due “esperti” in bellezze naturali. L’esperienza di questi cinque anni ha dimostrato che tale sistema non funziona affatto, soprattutto perché i Comuni hanno finito per qualificare e scegliere come esperti, tecnici che non hanno alcuna competenza in beni ambientali e che in pratica non difendono a sufficienza le istanze e le esigenze di tutela degli ambiti di pregio presenti nei comuni veneti.

            E’ necessario inoltre ribadire che, in molti casi, le scelte d’indirizzo compiute dalla Giunta Regionale Veneta sono apparse strumentali all’eliminazione di tutti quei vincoli “pesanti” che in qualche modo potessero costituire un ostacolo rispetto ad altre scelte urbanistiche o alla realizzazione di opere infrastrutturali. Il caso più eclatante è quello relativo alla mancata ratifica dei vincoli paesaggistici per le aree di rilevante valenza naturalistico-ambientale interessate dai progetti di attraversamento dell’ipotizzato passante autostradale di Mestre sia nel tracciato denominato “Mira-Quarto d’Altino” che nella più recente proposta di anello metropolitano. Non è certo con provvedimenti e iniziative di questo tipo, tendenti a “declassare” sulla carta il valore ambientale di molti ambiti territoriali, che si attua una seria politica pianificatoria.

            Proprio per preservare l’integrità di considerevoli aree del territorio veneto, la nostra associazione ha sostenuto la necessità di approfondire studi e progetti su soluzioni infrastrutturali alternative che in molti casi si concentrano su opere da realizzare in sotterranea. Sul caso della “Tangenziale di Mestre”, il WWF Veneto anche nelle sue articolazioni locali (Ufficio WWF per Venezia e WWF del Miranese), si è attivato per far sì che tutti gli enti preposti si impegnassero a valutare e soprattutto a comparare i propri progetti con soluzioni di questo tipo (nel caso specifico la realizzazione a Mestre di un tunnel sotto l’attuale tracciato della tangenziale). La questione concernente la realizzazione di opere in sotterranea ci sembra meriti di essere attentamente valutata e discussa da tutti coloro che lavorano per favorire una corretta gestione del territorio.  

 

WWF Sezione Regionale del Veneto


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