EQUIPAGGIAMENTO PERSONALE
E molto importante che chi interviene sul fuoco sia equipaggiato al meglio per lefficacia del lavoro ma soprattutto per la sicurezza; ed è per questi motivi che una squadra di volontari ben equipaggiata viene presa in maggior considerazione dal Corpo Forestale e dai Vigili del Fuoco.
Scarponi di cuoio: sono lelemento più importante assieme alla tuta, permettono di muoversi su ogni terreno proteggendo i piedi da asperità, spine e dal calore delle braci su cui spesso si deve camminare. Devono essere in cuoio con suola anticalore, comodi possibilmente alti (tipo "anfibio"). Assolutamente sconsigliati gli scarponi da trekking di nuovo tipo; infatti, anche se sono molto comodi, la loro suola così come la tomaia sono estremamente vulnerabili al calore; per lo stesso motivo anche i lacci devono essere in cotone. E bene usare scarponi già collaudati, perché durante un incendio si può camminare molto. Esistono in commercio appositi stivaletti antincendio ma per quanto utili, sono poco adatti ai continui spostamenti su terreni accidentati.
Tute da lavoro: si possono trovare in commercio molte tute specifiche in materiale ignifugo e termoisolante il cui costo però ne rende poco realistico luso per il volontariato. Trovano soddisfacente impiego le tute in cotone (100% da evitare categoricamente le tute in poliammide o simili) intere con rinforzo sulle gambe. La tuta deve avere maniche lunghe per proteggere le braccia da spine e calore. Alla base i pantaloni devono essere dotati di un elastico o meglio di un sistema tipo "veltro" per chiuderli sugli scarponi, inoltre la tuta dovrebbe essere dotata di almeno un a tasca con chiusura. Il colore deve essere rosso o arancione e non "mimetico", infatti tutti devono essere ben visibili a distanza per motivi operativi e di sicurezza. Si possono poi applicare bande fluorescenti su braccia e schiena per essere visibili di notte.
E importante che la tuta si possa indossare velocemente, e che abbia la chiusura lampo protetta. Sotto la tuta va sempre indossata una maglietta di cotone.
Guanti: le mani durante lo spegnimento del fuoco sono la parte del corpo più esposta al calore e al pericolo di piccole ustioni, ferite, vesciche; per la loro protezione si usano guanti da lavoro in cuoio o in tela e cuoio, ne esistono modelli che proteggono anche parte dellavambraccio (alla "moschettiera"). Poiché si possono perdere molto facilmente bisogna dotarli di un occhiello ed un anello per appenderli alla cintura quando non si usano.
Cinturone: di tela o di cuoio molto largo, dotato di anelli o moschettoni, serve per portare la borraccia, i guanti, eventualmente il casco o la radio o la roncola nel suo fodero.
Borraccia: ogni volontario deve avere con sé una borraccia da un litro, piena dacqua, portata a tracolla o alla cintura. Il sole estivo, il duro lavoro fisico, il calore del fuoco disidratano in breve tempo ed in queste condizioni si arriva a bere più di un litro dacqua lora .Per ovviare alla perdita di sali dellorganismo e alla conseguente stanchezza si può aggiungere allacqua un integratore salino o si possono portare a parte delle tavolette di integratore per uso sportivo.
Casco: da lavoro, bianco o giallo, è ingombrante nella vegetazione intricata ma protegge da eventuali cadute di rami o sassi dallalto o più comunemente da movimenti maldestri. Ci sono caschi dotati di visiera trasparente che protegge il viso dal calore, questa però è piuttosto ingombrante. Allo stesso scopo si possono usare degli occhiali da lavoro a maschera che proteggono gli occhi anche da fuliggine e in parte da fumo. Si ricorda che comunque è bene conservare una pronta sensibilità al calore che permetta di allontanarsi in tempo da zone pericolose. Chi utilizza la motosega o il decespugliatore deve invece indossare un casco con lapposita visiera in rete metallica per proteggersi dalle schegge prodotte da questi attrezzi.
Fazzoletto: un grande fazzoletto umido portato sul viso può proteggere dal calore e dalla fuliggine, in parte anche dal fuoco; la sua efficacia non è molta ma è semplice portarlo al collo.
Maschera antifumo: di gomma con filtro rinnovabile (ogni otto ore circa); anche se non sono specifiche per il fumo si possono usare quelle per i vapori organici, sono più efficaci del fazzoletto o delle mascherine usa e getta, riducono molto lirritazione e linalazione di sostanze organiche nocive e di fuliggine .Non hanno però efficacia nei confronti di molecole più piccole quali gli ossidi di azoto o il monossido di carbonio e per questo motivo bisogna comunque astenersi dal permanere nelle zone invase dal fumo pur avendo una maschera. Quando si ripone la maschera, va conservata in un contenitore chiuso o in una busta di plastica.
Torcia: molto comode quelle piatte rettangolari con una pila da 4,5 V, che si portano in tasca facilmente. E bene portarla quando si prevede di dover restare anche dopo il tramonto. Se non fossero costosi si potrebbero usare i cosiddetti "frontalini" elettrici da speleologo, da portare sul casco in modo da avere le mani libere.
Bisaccia o zainetto: fa parte dellequipaggiamento personale ma non si porta sullincendio, si lascia presso il coordinatore dei volontari contiene qualche indumento di ricambio, una felpa, una giacca a vento, eccetera ( quando si torna dal fuoco si è sempre fradici di sudore e acqua). Nella bisaccia ci sarà anche qualche cosa da mangiare e da bere, la torcia, lacci per scarpe e altri oggetti personali. Lingombro deve essere minimo e sulla bisaccia deve essere scritto il nome del proprietario per esaudire richieste.
Coltellino da campeggio: non è indispensabile, ma è meglio che qualcuno della squadra lo abbia con se.
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MEZZI DI SPEGNIMENTO MANUALI.
I mezzi di spegnimento manuale, nonostante l'esistenza e la diffusione dei mezzi meccanici sono ancora oggi i più usati nella lotta agli incendi boschivi. Comunque spesso, i mezzi manuali sono i soli a poter essere utilizzati in zone impervie e scarsamente servite da strade, tipiche di molte aree mediterranee; inoltre essi vengono sempre impiegati, anche quando intervengo autopompe ed aerei antincendio, nelle operazioni di consolidamento e di bonifica degli incendi.
Si tratta di strumenti molto semplici ed economici che però richiedono una certa esperienza ed abilità nelluso e soprattutto un discreto impegno fisico. La loro efficacia è limitata, non permettono di affrontare fiamme più alte di un metro (incendi di superficie, su steppa, gariga, macchia bassa), ma si ricorda che il fuoco non avanza mai regolarmente e che ci sono momenti in cui il vento cala o la vegetazione si fa rada o meno combustibile; è proprio in questi momenti che il fuoco può essere attaccato, restando sempre pronti a ritirasi quando le fiamme riprendono forza. In questo modo lestinzione dellincendio è fatta di continui attacchi e ritirate per approfittare dei momenti favorevoli: non è la potenza dei mezzi, ma lintelligenza, lorganizzazione e la tenacia del gruppo a domare le fiamme.
Frasca: è il più antico e semplice strumento antincendio, ricavato da un bel ramo di oltre un metro, diritto ricco di foglie verdi ottimo se di leccio (da evitare le resinose, lerica, il corbezzolo, mentre si possono usare tre o quattro fronde di ginestra legate insieme, anche alle loro estremità.) Dopo una sommaria pulitura della base che funge da manico, si usa battendola con decisione sulle fiamme vicino al loro punto di partenza, tra la zona che brucia e quella che sta per bruciare. Agisce per soffocamento. La frasca ha il difetto di durare poco, di essere scomoda e di sollevare molte faville che possono propagare ulteriormente le fiamme. E lo strumento che si usa quando non si dispone di altro.
Flabello battifuoco: ne esistono molte versioni più o meno efficaci; consistono tutte in un manico di legno lungo da 80 a 130 cm con, fissate in vario modo ad una estremità, strisce di gomma flessibile e pesante, lunghe da 50 a 100 cm, o un ventaglio di corte lamine metalliche. La versione più efficace nella macchia mediterranea è costituita da un manico robusto lungo circa 1 metro (ricavato da una tavola di faggio) con una estremità piatta e larga ( 8 cm) intagliata longitudinalmente, dove vengono inserite tre o quattro strisce di gomma larghe 10 - 12 cm c.a., generalmente ricavate da manichette usate dai Vigili del Fuoco, tagliate longitudinalmente in due parti. Perché questo flabello sia efficace bisogna che le manichette non si arrotolino per il calore; buone sono quelle che hanno gomma e tela saldate a caldo fra loro. Le strisce, una sullaltra, vengono fissate nellapposita fessura con due robuste viti. In questo modo, quando si batte sul fuoco, le loro estremità non si allargano troppo a ventaglio. Questo flabello va usato in modo da sfruttare leffetto frusta delle strisce di piatto, come ci suggerisce il nome di "scudiscio" datogli da alcuni. Non è la forza con cui si batte ma il colpo secco delle strisce alla base delle fiamme ad essere efficace, è il violento spostamento daria che le estingue. In genere ci si alterna in due colpendo la stessa zona, la dove le fiamme prendono origine, tendendo a far coincidere le strisce con la linea che separa la parte ancora incombusta da quella in fiamme. Anche lo scudiscio, battuto su materia vegetale secca e leggera, solleva faville. Solo con un po di pratica si riuscirà a vibrare colpi efficaci e bisogna tenere presente che non si può usare lo scudiscio sulle fiamme per più di qualche minuto a causa del fumo e del calore insopportabili e che coppie di volontari debbono continuamente alternarsi.
Pala: in zone sabbiose, come gli ambienti dunali litoranei è utile per gettare sabbia sul fuoco soffocandolo. Un vantaggio della pala è quello di potere operare da una distanza di tre metri dalle fiamme. Scarsi risultati si ottengono usandola come un flabello.
Pompa a zaino: esistono squadre di operai forestali capaci di spegnere vasti tratti di un incendio usando esclusivamente i flabelli ma, introducendo luso di un semplice strumento come una pompa irroratrice a zaino, di quelle usate in agricoltura (da 12 - 15 litri), con pochi litri di acqua si aumenta lefficienza fino a dimezzare i tempi di spegnimento. Esistono pompe a zaino costruite appositamente per la lotta gli incendi boschivi, ma sono piuttosto costose e di difficile reperimento mentre molto più economiche e dalle prestazioni paragonabili sono quelle di uso agricolo opportunamente modificate. Ci sono pompe che creano pressione (2 -5 atm.) attraverso una piccola pompa a membrana (o a stantuffo) azionata continuamente tramite una leva e pompe dove viene preventivamente compressa laria nel serbatoio a tenuta tramite uno stantuffo, capaci di pressioni maggiori (fino a 15 atm). Il serbatoio deve essere in plastica per motivi di comodità e di sicurezza in caso di cadute. Gli spallacci vanno cambiati con altri più larghi e morbidi, magari imbottiti. Il cannello o lancia deve essere in ottone o rame e non un fragile alluminio o plastica. Lugello deve permettere una fase di regolazione del getto (diretto o nebulizzato) erogato tramite una manopola e non da un rubinetto. E bene disporre sempre di cannelli ed ugelli di ricambio. La pompa a zaino può avere tre impieghi principali il primo e più importante è quello della bonifica lungo il margine della zona già spenta. In questo caso si usa il getto nebulizzato a pochi cm dai tizzoni e dalle foglie fumanti. Si ricorda che lacqua nebulizzata è molto più efficiente nel raffreddare di quella a getto diretto (fino a 10 volte); per aumentare la penetrazione (potere bagnante) dellacqua negli strati di erba e foglie secche della lettiera si può aggiungere ad essa un tensioattivo (sapone per piatti liquido ad esempio) nella proporzione dello 0,5%. In questo caso però non si potrà usare lacqua per rinfrescarsi il viso o le mani. Nella bonifica luso dellacqua sarà comunque parsimonioso e coadiuvato da altri strumenti quali roncole e rastri. Altro impiego della pompa è nellattacco diretto sulle fiamme affiancata allo scudiscio, per il raffreddamento del combustibile dopo il soffocamento effettuato dai "battitori", usando un getto a cono stretto. Il "pompista" dunque, segue i due battitori e dopo ogni colpo raffredda con brevi e precisi getti dacqua il sottile limite tra il combusto e lincombusto. In certi casi si possono usare una o più pompe per abbassare le fiamme a distanza con un getto diretto alla loro base, e permettere ai battitori di avvicinarsi. Questo uso è molto dispendioso di acqua e poco efficace. La pompa a zaino presume comunque un rifornimento di acqua continuo scaricandosi rapidamente (15 - 60 minuti) perciò oltre ad usare con parsimonia lacqua, bisogna organizzare un servizio di rifornimento in cui alcuni volontari si occupino del trasporto dellacqua in taniche da 5 - 10 litri. Portate con zaini e comode imbracature (durante il rifornimento bisogna impedire lingresso di impurità usando sempre i filtri di cui sono dotate le pompe). Il peso (12 -18 Kg) e la necessità di rifornimento fanno sì che le pompe a zaino siano poco usate dai professionisti, che spesso però sono i primi a riconoscerne i vantaggi.
Roncola: è lo strumento più adatto a tagliare le ramaglie della macchia mediterranea, utile per aprirsi un varco nella vegetazione, nelle operazioni di bonifica per tagliare e spostare rami lungo la zona di confine tra il bruciato ed il verde, nella creazione di limitate fasce tagliafuoco libere da vegetazione. Sconsigliabile per motivi di sicurezza lusa del pennato (roncola a doppio tagli) e dellascia, che è inefficace per il taglio di rami e giovani polloni. La roncola deve essere sempre ben affilata e quando viene portata alla cintura deve assolutamente avere un fodero sicuro in cuoio o, in mancanza, di spesso cartone e nastro adesivo per imballaggi. Un sistema per portare la roncola può essere quello di fissarla con delle cinghie dietro la pompa a zaino senza che dondoli. E bene che la squadra ne abbia sempre un paio con sé.
Falcione: vero e proprio decespugliatore manuale, è costituito da un robusto manico in legno o ferro di oltre un metro con una lama di roncola allestremità molto più efficace della roncola nella creazione di fasce tagliafuoco tra gli arbusti. Bisogna stare molto alla larga da chi la sta usando vista la somiglianza con unalabarda medioevale e la medesima pericolosità. E ingombrante e va portato solo se si intende aprire una fascia tagliafuoco.
Rastro: ibrido tra una zappa ed un rastrello è dotato di quattro o più denti trapezoidali (base di 76 mm), con i lati inclinati taglienti ricavati da quelli delle falciatrici agricole, particolarmente resistenti allusura. Trova impiego nella bonifica e nel completare fasce tagliafuoco. Viene usato per troncare alla base cespi derba e piccoli cespugli e asportare uno strato superficiale di terreno e lettiera, la dove la petrosità sia limitata.
Zappa - accetta : corta zappa recante unaccetta sul dorso della tozza lama, ottima nella bonifica delle ceppaie (nella macchia, nelle leccete, negli oliveti,) di uso scomodo e pericoloso nelle altre operazioni.
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MEZZI MECCANICI LEGGERI.
Luso di mezzi meccanici leggeri costituisce un notevole passo in avanti nella lotta gli incendi boschivi; stranamente levoluzione delle tecniche di spegnimento sembra essere passata direttamente dai sistemi manuali agli automezzi ed agli aerei, riscoprendo solo in secondo tempo i mezzi meccanici leggeri. Uno dei meriti del volontariato è proprio quello di contribuire alla loro diffusione nella lotta agli incendi grazie alla necessità di aumentare lefficienza con spese limitate e al coraggio di sperimentare. I mezzi meccanici leggeri non sono completamente sostitutivi di quelli manuali né sono un surrogato economico degli automezzi essi sono invece un indispensabile complemento a qualsiasi sistema di spegnimento. E fondamentale, sia per un buon uso che per la sicurezza, una continua ed accurata manutenzione di qualsiasi mezzo meccanico.
Pompa a zaino con motore: fornita di un piccolo motore a scoppio (2 -3 cv) o elettrico che aziona la pompa, produce pressioni maggiori di quella manuale (fino a 15 atm) ed è quindi capace di maggiori gittate e maggiore nebulizzazione; Lautonomia del motore può variare da una a più ore; anche la sua portata è maggiore, ed esaurisce lacqua più rapidamente delle pompe manuali. Trova impiego simile a quello della pompa manuale con efficacia superiore, anche se vanno considerati i tre o quattro chili di peso in più ed il costo maggiore.
Latomizzatore a zaino: è dotato di motore a scoppio ( 2 - 5 cv) che aziona una turbina che comprime laria e la convoglia in un tubo distributore con alta pressione e velocità (fino a 90 m/s). Nel tubo viene rilasciata una piccola quantità dacqua che viene fortemente nebulizzata dalla corrente daria. Il suo peso è notevole (oltre i 20 Kg) soprattutto per uso su terreni accidentati. Latomizzatore viene impiegato al meglio nello spegnimento, più che nella bonifica. Va usato a breve distanza dalle fiamme (0,5 - 2 m) in modo da sfruttare al massimo leffetto soffocante del violento getto daria e quello di raffreddamento dellacqua. Se usato a distanza superiore si rischia di alimentare le fiamme vista la scarsa quantità dacqua presente nel getto. Un vantaggio degli atomizzatori molto più potenti è quello di poter essere usati, con abilità ed esperienza, senza acqua solo per il soffocamento , dirigendo il getto daria dalla zona incombusta verso quella bruciata. La massima efficacia si ottiene comunque usando latomizzatore per irrorare miscele dacqua e ritardanti della combustione. Se l'atomizzatore viene usato male solleva una gran quantità di faville, che ne rendono controproducente luso. Anche in questo caso va considerata la breve autonomia (30 min. Circa) e va confrontato il prezzo con quello di altri mezzi come il decespugliatore o la pompa barellabile.
Soffiatore a zaino: è uno strumento simile allatomizzatore ma privo di serbatoio dacqua, usato generalmente per spazzare giardini pubblici, viali, stadi ecc. Genera un violento flusso di aria (oltre i 90 m/s = 324 Km/h), che usata a breve distanza, estingue le fiamme. Il getto daria deve poter essere regolato da una manopola sullimpugnatura del tubo. E la vera e propria "frasca meccanica" e sostituisce il flabello, se si è capaci di usarlo con abilità. Se usato male solleva una grande quantità di faville; il getto daria va sempre diretto verso la zona già bruciata. Durante lo spegnimento è necessario far seguire al soffiatore le pompe a zaino. E meno pesante dellatomizzatore (poco più di 10 KG) ed ha unautonomia superiore (1 h).
Motopompa barellabile: è composta da un motore a scoppio accoppiato ad una pompa alternativa (generalmente a membrana), tubo semirigido di pescaggio con filtro, tubo di mandata (100 - 200 m) e lancia a getto regolabile. Anche questo tipo di pompa viene usato in agricoltura per la distribuzione di antiparassitari; per luso nello spegnimento degli incendi è necessario che sia capace di esercitare pressioni comprese tra le 20 e le 40 atmosfere, e che sia facilmente trasportabile su terreni accidentati da due persone (non deve pesare più di 30 Kg), se il motore della pompa è a due tempi linsieme peserà meno. Tutto il gruppo motore pompa deve essere montato su un telaio che ne renda comodo il trasporto manuale e quello a bordo di unautovettura. Il tubo di mandata viene trasportato a parte, arrotolato su un aspo montato su telaio. Luso di questa motopompa presuppone la disponibilità di acqua nei pressi dellincendio: cioè la presenza nella zona dove si intende operare, di punti dacqua (fonti, abbeveratoi, cisterne, pozzi, in vasi , ecc.), abitazioni o del sicuro rifornimento da parte di unautopompa o di unautocisterna (dei volontari stessi, dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale.)
Luso di vasche prefabbricate smontabili e trasportabili (che possono contenere oltre 1.000 litri di acqua ) o di semplici bidoni in plastica (poco più di 100 lt) permette di raggiungere con lacqua zone anche molto distanti dalle strade, ad esempio riempiendo con la pompa una vasca posta a 100 m dal punto di rifornimento e, trasportando in quel punto la pompa, riempiendo unaltra vasca posta ancora più lontana; questo sistema potrà apparire laborioso, ma sempre meno del dover usare solo flabelli e pompe a zaino. E chiaro comunque che luso di una pompa barellabile diventa molto conveniente se si dispone di unautopompa di cui può aumentare molto la versatilità e la capacità operativa, mente nel caso contrario dipende molto dalla possibilità di rifornirsi in loco di acqua. Per l'impiego della pompa sono necessarie 4 -5 persone addette al trasporto della pompa stessa, del tubo di mandata e delle vasche smontabili. Nelluso di una qualsiasi pompa bisogna tenere conto della vulnerabilità del tubo di mandata al calore delle braci, disponendolo con attenzione in terra lontano da tizzoni ardenti; è comunque inevitabile che durante lo spegnimento il tubo venga a contatto con il fuoco, per questo motivo è importante avere dei tubi capaci di resistere qualche minuto al forte calore ed avere sempre loccorrente per effettuare rapide riparazioni. I tubi generalmente usati sono quelli ad alta pressione di gomma con anima di tela dacciaio, nylon, o Kevlar ed il loro costo incide pesantemente sullacquisto di tutta lattrezzatura. I raccordi del tubo di mandata devono essere del tipo rapido. Durante lo spegnimento due persone si occupano della pompa, del trasporto e disposizione del tubo, mentre una attacca le fiamme dirigendo alla loro base il getto dacqua.
Si ricorda il grave pericolo, dellimpiego di acqua, in presenza di linee elettriche.
Decespugliatore: indispensabile per la creazione di linee tagliafuoco nella gariga e nella macchia bassa. I modelli che si usano per questo lavoro sono quelli per uso forestale tra i più potenti in commercio (oltre i 2 CV), con cilindrata compresa tra i 40 e i 50 cc, pesanti tra gli 8 e i 10 Kg, dotati di disco metallico dentato e capaci di tagliare tronchi anche del diametro superiore ai 10 cm. Esistono modelli con il motore portato a zaino, che anche se più comodi, lasciano meno libertà di movimento, in presenza di vegetazione, dei modelli con il motore incorporato (più adatti e più sicuri). Il decespugliatore con il motore incorporato viene agganciato al fianco delloperatore tramite un sistema di cinghie e manovrato con un manubrio in modo da permettere un minore affaticamento e la massima sicurezza (una volta assicurato il decespugliatore al cinghiaggio risulta impossibile ferirsi con la lama). E importante che il cinghiaggio di sicurezza sia il più confortevole possibile e che sia a sganciamento rapido. Loperatore deve indossare il casco con la visiera in rete metallica e scarponi che proteggano la parte alta della caviglia (anfibi o parastinchi) da eventuali schegge; tutte le altre persone devono mantenersi a più di tre metri di distanza e posteriormente alloperatore. Il decespugliatore va usato solo da chi ne ha esperienza. Le difficoltà nelluso del decespugliatore nascono su terreni pietrosi, molto scoscesi e nella macchia alta. Si ricorda che lasportazione della ramaglia presenta spesso maggiori difficoltà delle operazioni di taglio e che quindi il lavoro di decespugliamento va bene organizzato.
Motosega: il suo uso nella creazione di fasce tagliafuoco va considerato, nella macchia mediterranea, un complemento a quello del decespugliatore per labbatiimento di piante con tronchi del diametro superiore ai 10 cm. Per questo bastano motoseghe con 3 - 4 cv di potenza, con cilindrata attorno ai 50 cc e peso intorno ai 5 Kg. La motosega deve essere dotata di tutti i sistemi di sicurezza (doppio acceleratore, freno della catena ad inerzia, paramani, sistema antivibrante) così come loperatore (casco con visiera in rete metallica, pantaloni di protezione, calzature antinfortunistiche), che naturalmente deve essere anche esperto. La motosega è senzaltro lo strumento più pericoloso usato nello spegnimento degli incendi. In genere, nella creazione delle fasce il decespugliatore precede la motosega che viene usata solo per tagliare le piante più grosse e fare a pezzi i rami più ingombranti; tutto questo rispettando sempre le distanze di sicurezza. In certe situazioni locali (pinete) ci si può dotare di motoseghe più potenti, ricordando però le difficoltà e il pericolo che presenta labbattimento di alberi veri e propri, soprattutto in condizioni di emergenza; In questi casi chi usa la motosega deve avere unesperienza professionale.
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AUTOMEZZI
.Autopompa leggera: consiste in un autoveicolo fuoristrada a trazione integrale (tipo Land Rover, UAZ, FIAT CAMPAGNOLA) equipaggiato con un serbatoio da circa 400 litri e una pompa da 40 - 60 atmosfere e portata massima i circa 50 l/min., azionata da un motore autonomo da 5 - 7 cavalli, con tubo di mandata e di aspirazione. Il fuoristrada deve essere affidabile e robusto, le prestazioni quali la velocità o i ridotti consumi sono assolutamente secondari, mentre sono importanti la potenza del motore (superiore agli 80 cavalli), la presenza di marce ridotte, una sufficiente altezza minima dal suolo, possibilità di affrontare pendenze superiori al 30% a pieno carico, velocità minima inferiore ai 5 Km/h, meccanica del motore semplice (meglio rinunciare ai turbo), pneumatici rigidi (diagonali) e piuttosto stretti, protezioni anteriori, posteriori e del differenziale, carrozzeria robusta. Possibilmente devono essere disponibili tre posti anteriori, poiché tutto il pianale posteriore viene occupato dal gruppo serbatoio - motopompa - aspi. Preferibilmente il mezzo deve essere "telonato", almeno posteriormente. Il serbatoio può essere in vetroresina o in acciaio inox, dotato internamente di frangiflutti e costruito su misura del mezzo che lo trasporta. Il serbatoio deve essere montato in posizione centrale e schiacciato in basso, in modo da occupare tutto il pianale posteriore. Su di esso viene fissata la motopompa e un arrotolatore con base girevole. Il tubo di mandata (100 -150 m) è ad alta pressione con tele interne, innesti rapidi maschio femmina da ½ pollice terminante con una lancia a getto regolabile e ugello da 2 mm. Il tubo di rifornimento è semirigido di 6 -7 m con filtro; il sistema di aspirazione può essere costruito in modo da sfruttare leffetto Venturi. La pompa è generalmente a membrana (di rado a pistoni) e la pressione di esercizio effettiva risulta circa la metà di quella massima (nominale):20 - 30 atmosfere. A bordo del mezzo deve naturalmente esserci una ricetrasmittente, un minimo di attrezzatura di spegnimento manuale, attrezzi vari, una cassetta di pronto soccorso, acqua da bere, torce. Esternamente deve esserci un faro per le operazioni notturne e un lampeggiatore giallo. Chi conduce il mezzo deve essere addestrato alla guida in fuoristrada e al ritorno da qualsiasi intervento deve curarsi di fare rifornimento di carburante e di acqua. Inoltre deve segnalare subito qualsiasi guasto e fare in modo che il mezzo sia subito pronto per un altro intervento.
Pulmino: da 6 -9 posti, non necessariamente fuoristrada può essere molto utile nel trasportare i volontari sullincendio, soprattutto dove si opera con le squadre dotate di attrezzatura manuale e meccanica leggera. Deve essere dotato di un capiente portapacchi per trasportare le attrezzature più ingombranti: decespugliatori, soffiatori, pompe a zaino, serbatoi smontabili (vuoti, ecc.). A bordo del pulmino deve esserci la ricetrasmittente, e tutte le attrezzature già menzionate per lautopompa.
Quando un associazione di volontariato antincendio cresce e dispone di finanziamenti può acquistare ed allestire automezzi fuoristrada medi e pesanti (oltre le 2,5 t e oltre le 6 t), capaci di trasportare maggiori quantità di acqua (dai 1.000 litri in su) e pompe più potenti (oltre 80 atm.).Questi mezzi però non sempre conservano la medesima mobilità di un semplice fuoristrada e sono spesso conducibili con la patente di categoria "C". In ogni caso permettono di affrontare fiamme piuttosto alte (oltre 2 m) ed hanno un maggiore tempo pratico di operatività (oltre 1 h).Sono consigliabili dove esiste una buona accessibilità alle zone da difendere e dove già si opera con un'autopompa leggera. Questi mezzi vengono impiegati nel secondo intervento o per il rifornimento dellautopompa leggera.
UOMINI, ORGANIZZAZIONE LOGISTICA
.Il limite dei volontari è quello di non spegnere incendi per mestiere, ma solo nel tempo libero. Ciò li rende spesso meno esperti e capaci dei professionisti e più esposti ad errori e a critiche. Ciò che invece rende prezioso lintervento dei volontari è lentusiasmo che finisce per contagiare anche che viene pagato per questo lavoro.
E fondamentale che chiunque decida di affrontare questa dura attività estiva, si ricordi sempre che anche se è un volontario, quando ha deciso di partecipare ad una operazione di spegnimento, qualsiasi sia la sua mansione, non è affatto privo di responsabilità e di doveri verso gli altri volontari.
Il gruppo antincendio va strutturato in modo chiaro in base ai vari momenti dellattività:
- Avvistatori: fissi o mobili, possono anche essere ragazzi tra i 14 e i 18 anni di età. Essi devono essere buoni conoscitori della zona, della toponomastica locale e della viabilità, essere chiari e concisi nel comunicare via telefono o radio, essere dotati di radio VHF (o altro) o telefono cellulare binocolo ed eventuali carte topografiche. La loro presenza funge anche da deterrente per gli incendiari.
- Base: dove cè sempre qualcuno a ricevere le segnalazioni, capace nel comunicare via telefono a radio avendo sempre ben presente la sequenza prestabilita di chiamate da fare, se possibile deve avere una buona conoscenza della zona (carte topografiche). Quando la segnalazione di un incendio è certa, la base avverte in primo luogo il coordinamento regionale antincendio del Corpo Forestale (numero verde 1678/81096), quindi direttamente la squadra.
- Coordinatore dei volontari: ha funzioni prettamente organizzative, di collegamento tra base e caposquadra, con il quale decide se, come, dove e quando intervenire sul fuoco; appresta i rifornimenti di acqua per le pompe e da bere, cibo, attrezzature per la squadra di spegnimento; prepara, comunicando con la base, eventuali squadre di ricambio. Il coordinatore dei volontari si pone in posizione comoda lungo una strada o stradello da dove può seguire le fasi dello spegnimento, nei pressi del mezzo con lattrezzatura ed i viveri di tutto il gruppo. Egli deve essere sempre in contatto e collaborazione con il coordinatore vero e proprio del Corpo Forestale, figura ufficiale che dirige tutte le operazioni, comprese quelle dei volontari (a volte, nel caso ci siano pochi uomini disponibili, il coordinatore dei volontari può essere del tutto sostituito da quello del Corpo Forestale che potrà usare la radio dei volontari). Sarà dotato di radio o cellulare,, di binocolo, carta topografica della zona, bussola, cassetta del pronto soccorso, se possibile di penna e taccuino ove annotare numeri telefonici, frequenze, nominativi, fasi dellincendio, ecc. In molti casi è utile che sia coadiuvato da un volontario che assume il compito di staffetta. Risulta evidente come il coordinatore dei volontari deve essere una persona con esperienza, capacità organizzative e comunicative, conoscenza dei luoghi ed abilità nellevitare le inutili discussioni che spesso esplodono tra i curiosi e chi si da fare
- Capo squadra: dirige le fasi di spegnimento e di rifornimento, a lui spetta sempre lultima parola in materia è il più esperto, è un conoscitore dei luoghi, dei componenti della squadra, delle condizioni in cui si opera, sa "farsi sentire" senza esagerare, partecipa egli stesso alle operazioni di spegnimento. Comunica via radio con il coordinatore dei volontari e con squadra rifornimento. Il ruolo del caposquadra è sicuramente il più difficile e quello che comporta la maggiore responsabilità, gli altri membri della squadra devono tenere conto di ciò coadiuvandolo nel prendere decisioni, evitando inutili discussioni durante lo spegnimento: critiche e rimostranze si faranno dopo con calma. La cosa più importante che deve sapere il caposquadra è quando ritirarsi dal fuoco.
- Squadra di spegnimento: capo compreso, richiede a chi la compone buone doti di resistenza fisica, capacità di mantenere la calma nelle situazioni pericolose ma prontezza di riflessi, abilità nel muoversi su terreni accidentati, spirito di gruppo. E importante che nella squadra che opera sulle fiamme i principianti siano sempre in forte minoranza (1/5), affidati ciascuno ad un volontario più esperto ed impiegati solo in operazioni di consolidamento e bonifica.
Possiamo individuale per semplicità tre tipi di squadra di spegnimento: squadra minima, squadra completa, squadra con autopompa.
- Squadra minima: composta da 4 o 5 persone (una autovettura) dotata di attrezzatura manuale e meccanica leggera (decespugliatore, soffiatore, ecc.); Agisce nel primo intervento in caso di principi di incendio o di incendi di steppa. E il nucleo minimo di persone che possa operare sul fuoco con una qualche efficacia; la durata della sua azione è breve e quindi può fare a meno del coordinatore e della squadra di rifornimento, è opportuno comunque che anche questa squadra sia collegata con la base per comunicare eventuali difficoltà o necessità di rinforzi.
- Squadra completa : composta da 6 a 12 persone, dotate di attrezzatura manuale e meccanica leggera. Questa squadra necessita sempre del coordinatore e della squadra di rifornimento (2 - 8 persone). Il numero di persone che operano nella squadra di spegnimento non deve essere superiore alle 11 - 12, per non creare difficoltà di direzione e coordinamento al caposquadra. Se si dispone di un numero superiore di persone e la situazione lo richiede è bene creare unaltra squadra con rispettivo capo, seguita sempre dallo stesso coordinatore. Una squadra completa può affrontare anche incedi di macchia bassa e incendi in boschi radi (sugherete) se non cè troppo vento.
- Squadra con autopompa : composta da 3 persone, dotata anche di attrezzatura manuale, oltre che della pompa e serbatoio portati dal fuoristrada. Il ruolo del coordinatore viene assunto da una delle tre persone portate dal mezzo, che si occupa della pompa e dei collegamenti. Il capo squadra interviene con un altro volontario alternandosi alla lancia. La squadra con autopompa non necessita di quella con rifornimento, ma può essere coadiuvata da unaltra (minima o completa) per operazioni di bonifica o di spegnimento in altre parti dellincendio non raggiungibili con lacqua. Limpiego di unautopompa rende più efficace lintervento nel raggio di 100 - 150 metri da dove questa può arrivare, permettendo, in alcuni casi, di intervenire anche sulla macchia alta.
- Squadra di rifornimento (o di supporto) : si occupa di portare acqua potabile (con integratore salino) e vivande agli uomini della squadra di spegnimento e si occupa di rifornirli di acqua per le pompe a zaino, miscela per i decespugliatori e di altre attrezzature che via via si rendono necessarie durante le varie fasi dellintervento. Richiede a chi la compone una minore preparazione, ma non minori fatiche. Comunque ne farà parte anche qualcuno che conosce bene il terreno ed i sentieri. Non cè netta separazione tra i componenti della squadra di rifornimento e quella di spegnimento in quanto possono alternarsi o sostituirsi tra di loro, di questi cambi bisogna sempre informare caposquadra e coordinatore, così come del percorso seguito dai rifornimenti. A questo proposito, se si decide di organizzare un gruppo antincendio senza aver mai avuto esperienze dirette, è bene, dopo essersi preparati teoricamente (corsi antincendio boschivo), farlo presente al coordinatore ufficiale (C.F.S.), e dedicarsi la prima volta solo alla bonifica degli incendi e solo dopo aver completato lorganizzazione ed affidandosi al coordinatore ufficiale ed alle squadre professionali, si potrà cominciare ad attaccare il fuoco direttamente.
E molto importante, infine , che ci sia sempre qualcuno che si occupi della manutenzione dei mezzi, del loro reperimento, acquisto e dei fondi necessari, che si occupi di reclutare i nuovi volontari, pubblicizzare lattività svolta e di mantenere gli indispensabili rapporti con le istituzioni ( Comune, Provincia, Regione, Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco, ecc.) e le eventuali altre associazioni. Uno o più responsabili possono dedicarsi queste cose, sempre con laiuto di altri volontari. Senza queste attività non è possibile nessun tipo di lotta antincendio. Prima dellestate il gruppo antincendio prepara al meglio le attrezzature ed i volontari stessi organizzando veri e propri corsi ed esercitazioni alluso di attrezzi e mezzi (senza fuoco naturalmente!)che aiuteranno a definire l'indispensabile struttura organizzativa. Per questo fine non bisogna esitare a chiede collaborazione a chi ha più esperienza nel campo (C.F.S., VV.F F., altre associazioni di volontariato). Fanno parte della preparazione di un volontario antincendio: nozioni di pronto soccorso, capacità di usare le ricetrasmittenti, buona conoscenza della topografia locale, qualche nozione di meccanica. Bisogna ricordare che il volontariato antincendio boschivo è considerato ormai parte del Servizio Nazionale di Protezione Civile, istituito dalla legge 24/02/92, n° 225, assieme a: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (componenti fondamentali), Forze Armate, Forze di Polizia, Corpo Forestale dello Stato, Servizi Tecnici Nazionali, Croce Rossa Italiana, Servizio sanitario Nazionale, Volontariato, Corpo Nazionale di Soccorso Alpino.
Perché lassociazione di volontariato venga riconosciuta tale deve risultare iscritta nel registro regionale delle organizzazioni di volontariato, così come prescrive la legge 11/08/1991, n. 266. Questa legge definisce lattività di volontariato (art. 2) come quelle prestate in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite lorganizzazione di cui il volontariato fa parte, senza fini di lucro, anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà.
Inoltre obbliga lassicurazione degli aderenti allorganizzazione, contro infortuni e malattie connessi allo svolgimento dellattività stessa, nonché per la responsabilità civile verso i terzi (art. 4).
LIscrizione ai registri regionali è condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici nonché per stipulare le convenzioni e per beneficiare delle agevolazioni fiscali (art. 6).
Si possono stipulare convenzioni tra organizzazioni di volontariato e Stato, Regione, Province Autonome, Enti Locali, ecc.(art. 7). La convenzione contiene disposizioni dirette a garantire lesistenza delle condizioni necessarie a svolgere con continuità lattività oggetto della convenzione stessa.
La copertura assicurativa è elemento essenziale della convenzione e gli oneri relativi sono a carico dellEnte con il quale viene stipulata.
Questa legge, infine, prevede che i lavoratori, facenti parte delle organizzazioni iscritte nei registri personali, per espletare attività di volontariato possano usufruire di particolari forme di flessibilità dellorario di lavoro o di turnazione (art. 17).